3.11.1957 - LAIKA
Dal libro "Storie straordinarie di cani famosi" di Michela De Muro:
"[...] I cani destinati a lanci spaziali erano sottoposti a un tipo di addestramento specifico chiamato "Metodo Gazenko", dal nome del suo creatore, Oleg Georgovic Gazenko. Più che un metodo era una vera tortura.
Le tre cagnette furono costrette a vivere in gabbie e contenitori sempre più piccoli anche per venti giorni di seguito, così da farle abituare alle dimensioni dell'abitacolo.
Ti piace la cuccia? Scodinzoli? Bene, siamo soddisfatti! Domani sarà più stretta.
E anche dopodomani, finché non avrai posto per scodinzolare. Quella sarà la misura giusta. Respiri? A noi basta.
[...]
Di sicuro la loro fiducia verso gli uomini che le addestravano restava immutata, giorno dopo giorno, infliggi oggi, infliggi domani... ma se mi fai una carezza, io ti amo.
[...]
La sera prima le fu concesso un momento di gioia e finalmente un po' di vita da cani, come quelli che vivono in una casa accogliente e con un buon padrone. Avrebbe giocato con i figli di Vladimir Yazdovsly, uno dei responsabili del progetto. Se avesse saputo a cosa era destinata e se avesse potuto esprimere un ultimo desiderio, probabilmente sarebbe stato proprio quello. Fu accontentata, come si fa con i condannati a morte.
Laika che gioca con i bambini, ignari quanto lei.
Laika che corre, salta e scodinzola.
Laika che riceve carezze e affetto.
Laika che forse pensa che l'incubo sia finito.
Laika che vola davvero con il cuore verso le stelle, programmi spaziali esclusi.
Tempo scaduto.
[...]
Laika fu sparata dritta in cielo, a 350 km dall'ultimo sguardo umano, dall'ultima carezza pietosa, dalla sua fiducia negli esseri umani.
[...]
Forse fu la temperatura a ucciderla, o l'umidità, o l'anidride carbonica, o il freddo, o il caldo, o la stupidità umana: ci sono almeno una decina di versioni "ufficiali", ma chiunque abbia avuto un cane sa di che cosa è morta Laika, è morta di paura.
[...]
Lo scienziato che la lanciò, oggi è diventato animalista."