Politiche di gestione dei flussi migratori fondate sulla costruzione di muri e sul respingimento dei migranti e dei rifugiati verso paesi terzi non sicuri, in primis la Libia, sono contrarie ai valori fondamentali dell’identità comune europea, fondata sull’abbattimento dei muri e sull’unione fra i popoli, e ai principi del diritto internazionale, a partire dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951, fondamento del diritto europeo in tema di rifugiati.
Mai come in questo momento, chi crede nel rispetto dei diritti umani, e nei valori della solidarietà e dell’accoglienza non deve restare in silenzio, ma unirsi e far sentire la propria voce per dire:
NO ai muri fisici, come le recinzioni costruite in Ungheria ai confini con la Serbia e la Slovenia, in Bulgaria (al confine con la Turchia), in Grecia (lungo il fiume Evros, sempre al confine turco), in Spagna (Ceuta e Melilla), o allo sfruttamento cinico di barriere naturali, come le acque del Mar Mediterraneo nelle quali dal 2000 sono morte oltre 30mila persone.
NO ai muri di burocrazia, leggi, politiche e accordi internazionali che delegano la gestione dei flussi migratori a paesi terzi non sicuri, come la Libia, dove è comune la pratica di torture, violenze, estorsioni e stupri nei confronti di migranti e rifugiati, in violazione del principio di non respingimento e dei diritti umani fondamentali.
No ai muri mentali e alla propaganda fondata sulla paura per il diverso, il razzismo e l’incitazione all’odio.
COSA CHIEDIAMO
di promuovere e organizzare corridoi umanitari di accesso all’Unione europea per i rifugiati e l’accelerazione e semplificazione delle procedure di accoglimento delle domande di asilo, di ricollocazione e di ricongiungimento famigliare
di definire canali di migrazione legale per i migranti economici
di procedere alla revisione del Regolamento di Dublino, con particolare riferimento ai criteri di determinazione dello Stato membro competente previsti dall’art.7 segg. superando l’assurdo logico e giuridico di costringere i rifugiati a presentare domanda d’asilo nel primo paese in cui vengono identificati.
di garantire la tutela della vita e dell’integrità fisica di migranti e rifugiati, annullando qualsiasi accordo internazionale con paesi terzi che possa metterle in pericolo.
di rilanciare e rendere efficaci le politiche dell’accoglienza e dell’integrazione, unico antidoto al disagio sociale.
di sostenere iniziative di educazione civica e di sensibilizzazione nei confronti dei mezzi di comunicazione, per combattere la crescente diffusione di toxic narratives e fake news.