Nella notte buia della Repubblica, dove le sirene della polizia hanno sostituito la campanella della Presidenza della Camera, noi Socialisti Gaudenti chiamiamo il Popolo alla rivoluzione dei costumi per riportare la Nazione all’avanguardia del progresso umano dov’ella è da troppo tempo attesa.
Noi Socialisti Gaudenti crediamo nella libertà e nella giustizia sociale, perché la libertà senza giustizia sociale si riduce in una conquista vana, come una Jacuzzi senz’acqua o un festino di Roubini senza escort. Amiamo le feste dell’Unità ma non condanniamo i piaceri della carne, perché crediamo che il vero socialismo si possa raggiungere soltanto arricchendo i più poveri, non impoverendo i più ricchi.
Noi Socialisti gaudenti disprezziamo la politica moderna, vuota d’ideale e dalle sezioni deserte, in cui scandali e processi hanno sostituito le arringhe in Parlamento. Siamo quei pochi politici rimasti che ancora credono nella forza delle parole e nei congressi d’iscritti dove il discorso giusto al momento giusto può effettivamente cambiare le sorti di un voto.
Ci hanno costretto alla diaspora a colpi di retate e impianti accusatori, distruggendo una storia e una cultura in nome del buon costume. Così facendo, hanno aperto la via ad un periodo in cui l’individualismo più becero ha portato dal furto in nome del partito all’appropriazione personale, dal magna magna che faceva mangiare tutti al prendi i soldi e scappa.
Nostalgici ed umiliati, ci ergiamo per riprendere quel che è nostro, con l’ambizione di riportare l’Italia nel posto che le spetta. Ci eccitiamo a parlare di uguaglianza e diritti civili tanto quanto ci piace il pragmatismo del dover governare per raggiungere gli obiettivi prefissati, senza scordare l’importanza sociale del dopocena. Siamo a favore delle maratone notturne, sia in Parlamento sia in discoteca.